La crociata dei tedeschi - conosciuta anche come massacri della Renania o Gzerot Tatenu (ebraico:גזרות תתנו) - facente parte degli eventi della prima crociata, venne ufficialmente bandita il 27 novembre 1095 durante il concilio di Clermont da papa Urbano II. Innescò una persecuzione degli ebrei che portò alla distruzione delle comunità ebraiche di Spira, Worms e Metz e che alcuni storici definiscono come pogrom. Particolarmente coinvolti nei massacri furono Pietro l'eremita e soprattutto il conte Emicho. Secondo David Nirenberg, gli eventi del 1096 nella Renania "occupano un posto significativo nella moderna storiografia ebraica, e costituiscono il primo esempio di quell'antisemitismo il cui climax sarà l'Olocausto". Il clima di esaltazione religiosa scatenato dalle ferventi predicazioni dei fautori della Prima Crociata portò ben presto allo scatenarsi di persecuzioni nei confronti di chi, ben più vicino dei musulmani, veniva percepito come una minaccia alla fede.

Gli ebrei, infedeli tanto quanto i musulmani e accusati di aver crocifisso Cristo, divennero ben presto un bersaglio. Fra gli altri, Goffredo da Buglione, duca della Bassa Lorena, cominciando i preparativi per la crociata, fece voto di vendicare la morte di Cristo con il sangue degli ebrei. Anche il monaco benedettino Sigebert di Gembloux scrisse che, prima di far partire "una guerra in nome di nostro Signore" era essenziale che gli ebrei si convertissero, e coloro che avessero resistito andavano "privati dei loro beni, massacrati ed espulsi dalle città". Le popolazioni ebraiche della Germania, terrorizzate dal clima di crescente ostilità, scrissero direttamente all'imperatore Enrico IV che esortò i suoi principi vassalli laici ed ecclesiastici a garantire la salvezza a tutti gli ebrei che si trovavano nelle loro terre. Ogni colonia ebraica versò all'imperatore 500 monete d'argento.          

 

Wikipedia: Crociata dei tedeschi

 

 immagine: Il massacro degli ebrei di Metz durante la Prima Crociata, di Auguste Migette