Cesarea marittima (in greco antico: Καισάρεια, Kaisáreia, in latino Caesarea ad mare) fu una città portuale fondata da Erode il Grande tra il 25 e il 13 a.C. sulla costa mediterranea nel regno di Giudea sotto protettorato romano. Fu chiamata Cesarea in onore di Cesare Ottaviano Augusto. La città è conosciuta con molti nomi, tra cui, oltre a Cesarea marittima, anche Cesarea di Palestina, Colonia Prima Flavia Augusta Caesariensis, Cesarea di Erode, Horvat Qesari, Kaisariyeh, Kessaria, Metropoli della provincia di Siria e Palestina, Migdal Shorshon, Qaisariya, Qaisariyeh, Qaysariyah, Qesari, Qisri, Qisrin. Essa porta lo stesso nome di molte altre città dell'era romana, tra cui Cesarea di Filippo sulle alture del Golan e Cesarea Mazaca in Cappadocia. La città era un emporio commerciale già all'epoca dei Fenici (IV secolo a.C.).

Nel 6 d.C. Cesarea divenne la capitale politica e militare della provincia romana di Giudea (rinominata Syria Palaestina nel 135 d.C.) e vi risiedeva il procuratore e governatore romano. Ancora in età romana, la città possedeva un porto molto grande con un molo che proteggeva gli attracchi da sud e da ovest. Cesarea era nata come un fiorente borgo mercantile fenicio dedito alla produzione e al commercio della preziosa porpora. Sul porto si ergeva il tempio di Augusto e Roma, in posizione sopraelevata. Un doppio acquedotto portava l'acqua in città dalle sorgenti del monte Carmelo. I ruderi di un imponente anfiteatro sono ancora visibili oggi come i resti del citato acquedotto. La città era fiorente e abitata da popolazioni di varia etnia, ebrei, greci, romani, samaritani. Fu molto ben descritta da Flavio Giuseppe nei suoi libri Guerra giudaica e Antichità giudaiche.

Dopo la rivolta di Simon Bar Kokheba, Gerusalemme fu completamente distrutta e Cesarea divenne il centro della cristianità in Israele. Quando la provincia bizantina di Syria Palaestina venne divisa in tre parti alla fine del quarto secolo, Cesarea continuò ad essere capitale della Palaestina Prima.[1] La città cominciò a decadere dopo essere stata conquistata dagli arabi, che spostarono la capitale del distretto di Palestina (Filastin) da Cesarea a Lydda. A Cesarea Marittima fu imprigionato san Paolo apostolo, dopo avervi trovato riparo presso la comunità ebraica dagli ebrei greci di Gerusalemme, che intendevano ucciderlo (Atti 8.26-30); da questa città ebbe inizio la predicazione del diacono Filippo (Atti 8,48[7]), poco tempo prima che Pietro convertisse il primo non ebreo al Cristianesimo, il centurione Cornelio. A Cesarea il generale Vespasiano riconquistò il consenso e mobilitò le forze romane in vista della Prima Guerra Giudaica del 66 d.C. Suo figlio Tito Augusto portò a termine la distruzione e il saccheggio del Tempio di Gerusalemme, riuscendo ad impossessarsi della Menorah dei sommi sacerdoti. Nei pressi delle antiche rovine di Cesarea marittima è stata fondata la moderna città di Caesarea in Israele.    

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