Il popolo Hatti, o Preittiti o Hattiti o Khatti fu un antico popolo non-indoeuropeo insediato in Anatolia, detta anche "terra di Hatti", che subì varie ondate migratorie dei popoli indoeuropei fra il 2500 e 1700 a.C. Non avendo questo popolo lasciato testimonianze scritte dirette, ciò che oggi si sa sugli Hatti viene da testimonianze indirette di altre popolazioni e dagli scavi archeologici. È probabile che i sovrani Hatti usassero scribi che scrivevano in accadico per condurre gli affari in Mesopotamia. L'antico nome dell'Anatolia centrale, cioè "Paese di Hatti", compare per la prima volta in tavolette mesopotamiche in cuneiforme degli Accadi (seconda metà del III millennio a.C.), tavolette in cui i mercanti assiri chiedono aiuto al re accadico Sargon.
Il toponimo continuò a essere usato fino al 630 a.C., come dimostrano le cronache assire. Questo popolo parlava una lingua non indoeuropea, connessa con quella dei Khaldi/Kardu. Alla fine questo popolo si mescolò con gli Ittiti, che parlavano una lingua indoeuropea. Gli Hatti erano organizzati in città-stato e piccoli regni teocratici che furono poi conquistati a uno a uno dagli Ittiti dopo il 2200 a.C. Anche dopo questa conquista gli Hatti continuarono a rappresentare la maggior parte della popolazione. Per questa ragione influenzarono molto gli Ittiti, che dagli Hatti presero gran parte della religione e della mitologia. La differenza tra Hatti e Ittiti emerge anche dalle descrizioni che gli Egizi danno in occasione della Battaglia di Kadesh, che parlano di individui molto diversi tra loro nell'aspetto.
Wikipedia: Hatti
immagine: L'Impero ittita,che rimpiazzò gli Hatti, attorno al 1290 a.C. (in rosso), e in verde il dominio egizio