Nel 1237 il Paese fu invaso dai mongoli guidati da Gengis Khan che fondarono il Khanato dell'Orda d'Oro localizzato tra il Don e il Volga. Negli anni intorno al 1240 compirono diverse scorrerie in tutto il territorio russo, seminando morte e distruzione; la distruzione di Rjazan' è del 1237, l'invasione del Principato di Vladimir-Suzdal' è dell'inverno 1237-1238 e infine la messa a sacco di Kiev, la città più importante della Rus' di Kiev, risale al 1240. I principati russi furono ridotti in una posizione subordinata e tributaria, anche se non vi fu una pesante ingerenza nella loro organizzazione e nei loro affari interni; i mongoli si limitarono ad esigere tributi (la cui riscossione era spesso affidata a russi) e a esercitare un controllo politico restando nella loro capitale, Saraj, situata nel basso Volga. Il dominio mongolo, o meglio il loro controllo sulla Russia, ricevette un duro colpo nel 1380, anno della battaglia di Kulikovo in cui il principe Demetrio di Russia portò i russi alla prima loro vittoria militare contro i mongoli; attraverso alterne vicende il periodo mongolo in Russia viene considerato concluso nel 1480, quando lo zar moscovita Ivan III dichiarò decaduto ogni dovere di fedeltà verso il khan. Nel frattempo altre nazioni rivolgono il loro interesse alle terre russe divise e indebolite: Impero svedese, Livonia (Cavalieri Teutonici) e Lituania. Una delle figure più famose della storia russa del periodo è Alessandro, detto Nevskij (della Neva), granduca di Vladimir e principe di Novgorod, che sconfisse gli svedesi sul fiume Neva e i livoni nella battaglia del lago ghiacciato combattuta sul lago dei Ciudi.
Wikipedia: Storia della Russia Invasione mongola della Russia