Il concilio di Gerusalemme o concilio apostolico fu, stando alla testimonianza degli Atti degli Apostoli, un'importante riunione delle cosiddette colonne della Chiesa del periodo apostolico ed ebbe luogo intorno al 49. Tra la Chiesa di Gerusalemme e Paolo di Tarso si giunse all'accordo ufficiale sulla ripartizione delle missioni: i gerosolimitani (i seguaci di Giacomo «fratello del Signore») e Pietro per i giudeo-cristiani circoncisi e Paolo per i cristiani provenienti dal paganesimo. Il concilio viene presieduto da Giacomo e da Pietro, quest'ultimo dopo un'accesa disputa tra le diverse fazioni, l'una che vorrebbe imporre la legge mosaica ai pagani convertiti e l'altra che considera questa un «giogo» iniquo e richiama tutto il collegio a rispettare la volontà di Dio, chiaramente manifestatasi in occasione della sua visita a Cornelio, dove lo Spirito Santo era disceso anche sui pagani non facendo «alcuna distinzione di persone».
Dopo Pietro intervengono Paolo e Barnaba, i più attivi evangelizzatori dei Gentili. Infine prende la parola anche Giacomo, anziano della Chiesa di Gerusalemme (probabilmente, in un primo tempo, il leader di quanti volevano imporre la legge mosaica, come pare anche nella Lettera ai Galati di Paolo) che richiamandosi a Pietro aggiunse la proposta di una soluzione di compromesso che prevedeva la prescrizione ai pagani convertiti di pochi divieti tra cui l'astensione dal nutrirsi di cibi immondi.
Wikipedia: Concilio di Gerusalemme